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Polisse


Le giornate dei poliziotti della squadra parigina dell’Unità di Protezione dell’Infanzia li vedono impegnati in casi spesso simili anche se ognuno con una sua specificità. Vedono passare dinanzi alle loro scrivanie bambini abusati e i loro parenti chiusi in difesa a riccio, piccoli ladruncoli e ragazzine dalla sessualità ormai fuori controllo. Per ognuno di questi casi uomini e donne dell’Unità debbono sforzarsi di trovare la soluzione meno indolore per le vittime. Non è mai facile anche perché essi stessi hanno il problema di equilibrare le loro vite private con un lavoro che li mette costantemente dinanzi al peggio di quanto l’umanità possa porre in atto nei confronti di esseri indifesi.
Maïwenn con questa sua terza regia ci propone un film che si colloca di diritto nell’ambito di quel settore della cinematografia francese interessato a portare sullo schermo la realtà pur rispettando le convenzioni della fiction cinematografica. Si tratta di un complesso gioco di equilibri in cui il risultato positivo può essere raggiunto solo grazie a una sceneggiatura che tenga costantemente conto del livello di verosimiglianza e di attori che sappiano ‘dire’ e ‘agire’ senza recitare. Con Polisse il risultato è pienamente raggiunto. La sceneggiatura, scritta dalla regista con Emmanuelle Bercot, ci immerge da subito nel diuturno proporsi di un inferno del sesso da cui bambini e bambine cercano di sfuggire temendo terribilmente le conseguenze che questo tentativo di fuga può loro procurare.
La regia è abilissima nel mettere loro di fronte uomini e donne umanamente incapaci di trasformare in routine dei contatti umani in cui la delicatezza (ma anche la ricognizione degli accadimenti) è elemento fondamentale. Così come è abile nel presentarceli come esseri umani che formano un’èquipe in cui le individualità sono spiccate e al cui interno si sviluppano relazioni e contrasti come in qualsiasi altro luogo di lavoro. Non è certo casuale che la regista si riservi il ruolo di Melissa, la fotografa inserita solo temporaneamente nel gruppo. Si tratta di colei che farà scattare nuove dinamiche e che al contempo dovrebbe ‘documentare’ quanto accade con un distacco che non sempre è possibile (e forse neppure giusto) raggiungere.
Non manca neppure la sottolineatura di compromessi imposti dalle alte sfere in questo che vuole però essere qualcosa di più e di diverso da un film di denuncia sociale. Il cinema francese ha ancora il coraggio di percorrere vie che le nostre produzioni sembrano avere ormai delegato alla serialità televisiva…



Versione: DVDSrc – Qualità Video:8 – Audio:7
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