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Tre uomini e una pecora


L’inglese David e l’australiana Mia s’incontrano su una spiaggia paradisiaca, s’innamorano perdutamente e decidono di sposarsi. Il matrimonio è previsto nel cuore delle Blue Mountains, dove lo sposo si recherà soltanto alla vigilia del gran giorno, insieme con i suoi più tre cari amici. Sono loro la famiglia di David, orfano di entrambi i genitori: tre allegri dementi, con un fiuto speciale per i guai. Anche la famiglia di Mia, in ogni caso, è una sorpresa per il futuro sposo: proprietaria della più antica tenuta della zona, è capitanata da un ricco senatore convinto di dovere il suo successo ad un ariete di razza merino di nome Ramsy. Più che una cerimonia, uno scontro di civiltà.
Come David, Stephan Elliott lascia la Londra di Un matrimonio all’inglese e torna in Australia per celebrare un’unione, quella con i vecchi collaboratori. Pur mutando contesto e ambientazione – il camper di Priscilla, la campagna inglese, i panorami mozzafiato della sua terra d’origine – non accenna a scemare, in ogni caso, il suo interesse per l’imperituro tragicomico conflitto tra apparenza e realtà. “Non è come sembra”, non a caso, è la frase che i protagonisti di questo esilarante Hangover in salsa aussie ripetono più spesso. Come già nel film di Todd Phillips il protagonista in realtà non è tale (è un’apparenza) ma anzi è confinato al ruolo di starter e poi di spalla, mentre la scena comica è tutta affidata agli amici, tre “singles a nozze”, incapaci di abdicare alle loro abitudini più sincere in nome della forma che gli vien chiesto di rispettare.
Allergico ai film dei matrimoni per l’indigestione fatta durante la gavetta di aspirante regista, quando guadagnava qualcosa registrando le cerimonie con le prime videocamere, Elliott ci risparmia le ovvietà della tradizione dei fiori d’arancio, fuori e dentro lo schermo, e va con la macchina solo là dove la commedia chiama, assicurando al film un ritmo perfettamente sostenuto. Indulge solo in qualche “morbida” autocitazione (la pecora “in drag”) e conferma la sua memorabile attenzione ai dialoghi, senza sosta brillanti.
Né la partecipazione di Olivia Newton, né “l’amica della sposa” Rebel Wilson (qui nei panni della sorella della (s)fortunata,) né Ramsy portano il film al di sopra di un riuscito e divertente prodotto d’intrattenimento, ma ogni tassello fa il suo buon lavoro, al posto giusto nel puzzle, e si sa che far ridere è arte tra le più raffinate e chi non sa non ridere non è una persona seria…



Versione: Cam – Qualità Video:5 – Audio:5.5
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